
Vuoi assumere un giovane ma senza rinunciare alla formazione? Il contratto di apprendistato potrebbe essere la soluzione giusta. È un contratto di lavoro a tempo indeterminato, pensato per far crescere professionalmente i giovani e, al tempo stesso, offrire alle aziende incentivi e agevolazioni. Vediamo insieme cos’è, come funziona e quanti anni servono per accedere all’apprendistato.
Cos’è il contratto di apprendistato e a chi si rivolge
Secondo l’art. 41 del D.Lgs. 81/2015, l’apprendistato è un contratto a tempo indeterminato che ha un obiettivo chiaro: formare e inserire nel mondo del lavoro persone tra i 15 e i 29 anni. Durante il periodo di apprendistato, il lavoratore svolge la propria attività ma partecipa anche a percorsi di formazione, interni o esterni all’azienda.
Esistono tre tipi di apprendistato:
- Per la qualifica e il diploma professionale (15-25 anni)
- Professionalizzante o di mestiere (18-29 anni)
- Di alta formazione e ricerca (18-29 anni)

Fino a che età si può attivare un apprendistato?
Puoi essere assunto con contratto di apprendistato fino al giorno prima del compimento dei 30 anni. Quindi sì: se hai 29 anni e 364 giorni, sei ancora in tempo.
❗ Attenzione: ci sono eccezioni! Per esempio, l’apprendistato professionalizzante può essere attivato senza limiti di età per i disoccupati percettori di NASpI o altre forme di sostegno al reddito (fonte: art. 47 D.Lgs. 81/2015).
Come funziona l’apprendistato professionalizzante?
È la forma più comune. Serve ad acquisire competenze professionali e può durare da 6 mesi fino a 3 anni, estendibili a 5 in caso di attività artigiane. Durante l’apprendistato:
- C’è un tutor aziendale che affianca il giovane.
- Almeno il 35% del tempo è dedicato alla formazione.
- Il lavoratore ha tutti i diritti del lavoro subordinato, inclusa la tutela per malattia, maternità, TFR, ferie.
Inoltre, al termine dell’apprendistato, il contratto continua automaticamente a tempo indeterminato, salvo disdetta.
Quanto guadagna un apprendista?
La retribuzione è progressiva: parte dal 60% della retribuzione ordinaria e cresce nel tempo. Dipende da quanto previsto dal CCNL applicato. Per esempio, nel primo anno si può prendere il 60-65% della paga, nel secondo 70-80%, e così via fino al 100%.
Quali vantaggi per le aziende?
Per chi assume con l’apprendistato ci sono grandi vantaggi:
- Sgravi contributivi INPS (soprattutto per le aziende sotto i 9 dipendenti)
- Aliquote agevolate anche per la formazione
- Accesso a fondi interprofessionali per la formazione
In pratica: formi una risorsa su misura e risparmi.
E se il contratto finisce?
Il datore può interrompere l’apprendistato alla fine del periodo formativo, senza dover fornire motivazioni, purché rispetti i termini di preavviso. Se invece il contratto viene interrotto prima del termine, deve esserci una giusta causa o un giustificato motivo.
Anche l’apprendista può dimettersi, con o senza giusta causa. In entrambi i casi, ha diritto alla NASpI, se ha maturato i requisiti contributivi previsti.
L’apprendistato nel 2025 resta una delle formule migliori per entrare (o rientrare) nel mondo del lavoro. Che tu sia un’azienda in cerca di giovani da formare o un under 30 alla ricerca della prima opportunità, questo tipo di contratto può davvero fare la differenza.