Introduzione
La Legge di Bilancio 2025 introduce importanti novità nel campo dei fringe benefit e del welfare aziendale. In particolare, si prevede un’estensione fino al 2027 delle agevolazioni fiscali sui fringe benefit, confermando così un trend di sostegno alle iniziative delle aziende volte a migliorare la qualità della vita dei propri dipendenti.
Inoltre, viene introdotta una nuova misura a favore dei neoassunti che si trasferiscono per lavoro a notevole distanza dalla propria residenza, prevedendo agevolazioni fiscali sui canoni di locazione.
Queste misure, se approvate in via definitiva, si aggiungeranno alle già esistenti agevolazioni previste per il 2024, offrendo un quadro normativo stabile e incentivante per lo sviluppo del welfare aziendale nei prossimi anni.
Cosa sono i Fringe Benefit e come funzionano nel 2025?
I fringe benefitsono vantaggi non monetari che le aziende offrono ai dipendenti, come buoni pasto, servizi sanitari, e sconti per attività ricreative. Per il triennio 2025-2027, la legge di bilancio introduce una serie di esenzioni fiscali su beni e servizi per i dipendenti, utili per migliorare la qualità della vita lavorativa senza gravare sul reddito imponibile.
Limiti di esenzione dei Fringe Benefit estesi fino al 2027
La Legge di Bilancio 2025 estende fino al 2027 le esenzioni sui fringe benefit introdotte dall’art. 1, commi 16 e 17 della legge n. 213/2023. In particolare, i datori di lavoro potranno continuare a fornire beni e servizi ai dipendenti senza che questi concorrono alla formazione del reddito, entro i seguenti limiti:
1.000 euro annui per ogni dipendente.
2.000 euro annui per dipendenti con figli a carico, inclusi figli nati fuori dal matrimonio, adottivi, affiliati o affidati, a carico ai sensi dell’art. 12, comma 2 del TUIR.
Questi fringe benefit coprono beni e servizi essenziali come le utenze domestiche (acqua, luce, gas), le spese per l’affitto della residenza principale e gli interessi sul mutuo della stessa.
Il limite più alto per i dipendenti con figli mira a sostenere le famiglie e a migliorare l’equilibrio tra vita lavorativa e personale.
Nuove agevolazioni per i neoassunti che trasferiscono la residenza
Il disegno di legge di Bilancio per il 2025 introduce una misura specifica per i lavoratori assunti a tempo indeterminato nel 2025 che trasferiscono la loro residenza per lavorare a più di 100 km dalla precedente residenza. Questa agevolazione, regolata dall’art. 68, include:
Esenzione fiscale fino a 5.000 euro annui per le somme erogate o rimborsate dal datore di lavoro per i canoni di locazione e le spese di manutenzione dei fabbricati locati, valide per i primi due anni dalla data di assunzione.
Requisiti per l’agevolazione: il dipendente deve essere assunto a tempo indeterminato, avere un reddito annuo inferiore a 35.000 euro nell’anno precedente all’assunzione, e trasferire la residenza a oltre 100 km dalla nuova sede lavorativa.
Questa esenzione non concorre alla formazione del reddito imponibile ai fini fiscali, ma è soggetta a restrizioni sul piano contributivo e viene calcolata ai fini dell’ISEE per l’accesso a prestazioni assistenziali e previdenziali. Per ottenere il beneficio, il lavoratore deve fornire una dichiarazione, ai sensi dell’art. 46 del d.P.R. 445/2000, che attesti la residenza nei sei mesi precedenti l’assunzione.
Come applicare i fringe benefit e le agevolazioni nelle aziende
In merito alla misura di welfare aziendale già prevista per il 2024 dalla legge n. 213/2023, l’articolo 68 ripropone le stesse disposizioni attualmente in vigore. L’esenzione si applica ai periodi d’imposta 2025, 2026 e 2027 e continua a operare in deroga all’art. 51, comma 3, ultimo periodo, TUIR.
In particolare, non concorrono a formare il reddito, fino a un limite complessivo di 1.000 euro, il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati dai datori di lavoro ai lavoratori, nonché le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche (servizio idrico integrato, energia elettrica e gas naturale), delle spese per l’affitto dell’abitazione principale o degli interessi sul mutuo relativo all’abitazione principale.
Rispetto alla legge n. 213/2023, si nota che il legislatore non fa più riferimento alle spese per la “prima casa”, ma espressamente all’abitazione principale. A tal proposito, l’Agenzia delle Entrate, nella circolare n. 5/e del 7 marzo 2024, aveva precisato che, per ragioni logico-sistematiche, il concetto di “prima casa” doveva comunque essere interpretato come abitazione principale.
Il limite di esenzione sale a 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico, compresi i figli nati fuori del matrimonio, riconosciuti, adottivi, affiliati o affidati, fiscalmente a carico secondo l’art. 12, comma 2, TUIR. In tal caso, il lavoratore dipendente deve dichiarare al datore di lavoro il diritto all’incremento, indicando il codice fiscale dei figli.
Si ricorda che un figlio è considerato a carico fiscale se il suo reddito complessivo non supera i 2.840,51 euro (oppure 4.000 euro se il figlio ha meno di 24 anni). La verifica viene effettuata alla fine del periodo d’imposta, come precisato nella circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 23/e del 1° agosto 2023.
Anche nel caso in cui la detrazione fiscale per il figlio non venga effettivamente applicata (ad esempio, quando il figlio percepisce l’assegno unico e universale), l’incremento a 2.000 euro è comunque riconosciuto, in base all’art. 12, comma 4-ter, TUIR.
Rimane confermato l’obbligo per il datore di lavoro di informare preventivamente le rappresentanze sindacali unitarie, laddove presenti.
Riflessioni normative
Queste misure rappresenterebbero deroghe temporanee, e gli importi non verrebbero computati a fini contributivi ma inciderebbero sull’ISEE. È bene che le aziende restino aggiornate fino alla conferma delle normative, valutando con attenzione come le eventuali esenzioni fiscali potrebbero migliorare il welfare aziendale.
Le misure introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 rappresentano deroghe significative alla normativa fiscale vigente. In particolare, l’art. 51, comma 3 del TUIR prevede esenzioni che, in questo caso, sono ampliate e specificate per il periodo d’imposta 2025-2027. Anche se i fringe benefit e le somme erogate per i neoassunti non concorrono alla formazione del reddito imponibile, è importante notare che:
Le somme erogate rimangono rilevanti per la determinazione dell’ISEE.
Ai fini contributivi, l’esclusione dal reddito non si applica, come previsto dalla normativa stessa, per mantenere l’armonizzazione tra base imponibile fiscale e contributiva.
Queste agevolazioni mirano a incentivare il trasferimento della residenza per lavoro e a sostenere i dipendenti nelle spese abitative e familiari, contribuendo a una maggiore stabilità economica e a un miglioramento del benessere dei lavoratori.
Sebbene le disposizioni non siano ancora definitive, le misure di fringe benefit per il 2025 potrebbero introdurre significative agevolazioni per i lavoratori.
Con il potenziale di migliorare il benessere dei dipendenti, queste proposte rappresentano un passo avanti verso un welfare aziendale inclusivo e moderno in Italia.